Soltando una ispirazione
Come avevo suggerito in altro momento,c’è qualcosa di strano nella civiltà che l’uomo ha imposto a sè stesso. Lui uccide suo uguale, ma non uccide il giudizio che lo porta a uccidere. Bisogna eliminarsi l’oggeto del giudizio, perchè si divente inoccuo il condizionamento. Il curioso è che, eventualmente, soltanto eventualmente, entrasi per una religione cercandosi non uccidere, perchè sarebbe contro “I principi di Dio”(Se è possibile un Dio con principi). Pertanto, soffocasi con il giudizio, ma non è sputato; lui è inghiottito.Il veleno si mescola e si diventa uno solo com il cibo che si mangia. E soltanto per questo, si può uccidere una altra volta e tutto non è altro che la palla d’energia negativa creata per la civiltà in millione d’anni di insanità. Paese invasi, bombe lanciate, negozi depredati, corruzione, genocidi.
Retroceda fino a prima dell’uomo con la civiltà conquistata. Cosa c’era? Nessuna parola e, pertanto, nessuna fede detta, pronunciata.Ecco l’amore e la fede, liberi, impronunciati. Il resto, è la macchina pensante, finzione.
Non sono l’autore dei miei brani.Loro indicono e, pertanto, non sono io a indicare. Sta oltre della mente quello che può essere percepito.
Niente potrai essere, si non capisci che del nulla siamo venuti. Il simplice di questa nozione è il portale del estasi e della felicità.
Soltanto una strada esiste e non è da nessuna parte. Apparentemente c’è ne margini, ma non c’ è ne. La strada è l’imenso vuoto. È l’aria, è lo spazio infinito.
Una volta, me hanno prestato un dvd di “Tolle” e me hanno detto stare attento, o sia, per non adormentarmi. Questa persona cercava il qui e adesso e cose affine. Ecco un buono e decisivo esame per sapere si tu, effetivamente, se ne accorgi di quello che è stare nel qui e adesso, o sia, percepire questa dimenzione del silenzio che non è la mente, neanche la mente silenziosa. Silenziare la mente è qualcosa, è una pratica, sapere quello che è il silenzio è altra, è essere. Si assisti a una conferenza di Eckhart Tolle, non c`è la possibilita di adormentarsi, si tu conosci il vero silenzio. Al contrario, nel seguirla, tu starà alerta, molto alerta. Faccio soltanto un esempio; potrebbe essere qualsiasi altra persona cercando indicare la coscienza.
Già dicevano Joe e Guinevere Miller, nell’ antologico prefazio a Ramana Maharshi: “Una ispirazione suave, priva di pensieri – è capace di promuovere l’estasi da coscienza totale -, oltre le parole”(1). Già avevo scritto questo il altro momento. Tale semplicità, delicatezza di parole, indipendente di qualsiasi rebus, è decisiva. Allora, si hai nozione di quello che loro stanno indicando, non c’è possiblità di non essere attento a quello che su questa dimenzione inconcepibile parlano. È un accordarsi, accorgersi, soltanto.
LIN DE VARGA
(1) Maharshi, Ramana – “Insegmenti spirituali”, prefacio di Joe e Guinevere Mille, Editora Cultrix, SP, Brazile, Traduzione di Terezinha Santos, Edizone due di dieci, 1998, pg.7.